martedì 7 ottobre 2025
Sulla comunicazione politica sovranista
Dopo l'omicidio di Kirk abbiamo assistito ad una azione di comunicazione coordinata a mio parere molto significativa.
Partita immediatamente dalla Casa bianca e rapidamente ripresa a livello globale dai leader delle destre usando lo stesso modello e le stesse parole:
attacchi e minacce agli avversari politici, accuse di violenze, ecc.
Anche in Italia Meloni non si è sottratta ed ha parlato di violenza della sinistra.
Il tutto senza alcun riscontro.
Né in USA, dove violenze e sparatorie avvengono a getto continuo da ogni parte (l'Economist col suo consueto stile fa notare che "...studi e dati disponibili suggeriscono che l'uccisione del signor Kirk non è rappresentativa di tendenze più ampie), né tanto meno in Italia.
Ma ciò che mi interessa di più è il coordinamento internazionale del messaggio.
Mi viene in mente che Steve Bannon già nel 2018 girava per le destre sovraniste d'Europa con la sua fondazione The Movement, per formare un coordinamento dei partiti sovranisti in Europa.
In questa strategia di comunicazione comune mi sembra di notare la mano del vecchio "stratega", già a capo di "Cambridge Analytica" (quella che fece la campagna elettorale di Donald Trump utilizzando dati di utenti Facebook ottenuti illegalmente) e poi membro del Consiglio di sicurezza USA.
Mi sa che quei viaggi europei stanno dando frutti.
Ne parla anche Jason Horowitz del New York Times:
"... nel 2019 Steve Bannon, l'allora ideologo interno del presidente Trump, viaggiò per le capitali europee nel tentativo di unire l'estrema destra..."
"... l'ecosistema di destra è già diventato più allineato. E questo è il risultato dei social media e dell'immediatezza di X, Instagram e YouTube. Ma riflette anche qualcosa di più mirato: una strategia di questi partiti per avvicinarsi. Si impegnano a parlare ai comizi degli altri. Condividono gli stessi problemi e la stessa mitologia politicamente utile della vittimizzazione."
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