martedì 23 agosto 2011

Letture d’agosto tra Val d’Orcia e Val di Chiana


In questo caldo agosto non mi viene gran voglia di scrivere di politica, crisi finanziaria, berluscaggini, ecc., anzi, trovo già faticoso guardare i TG. Viene invece più voglia di leggere.
I libri che mi hanno fatto compagnia sono stati questi.
Un classico: "Underworld" di Don Delillo del '97, puro stile postmoderno americano ma di lettura abbastanza gradevole: piccoli quadri in stile Hopper, storie di vita che si susseguono seguendo in parte la storia di una pallina da baseball protagonista di un mitico
fuoricampo del '51.
Stessa provenienza per "Infinite Jest" di David Foster Wallace del '96. Questo non lo conoscevo, e non lo avevo in lista, mi ha incuriosito Fabio e me lo sono procurato: totalmente surreale. Un affresco immaginario di un mondo prossimo venturo allucinato. Circa
1300 pagine di cui oltre un centinaio di note dedicate in buona parte alla composizione chimica di droghe varie.
Prima di giudicarlo illeggibile ho resistito eroicamente per 500 pagine.

Per la mia passione dei romanzi storici avevo in cantiere un bel pacchetto di libri.
"La mano di Fatima" del bravissimo Falcones, che racconta del periodo successivo alla reconquista nel sud della Spagna e dell'espulsione dei "moriscos" musulmani. Ricostruzione storica ben documentata, bel ritmo e bei personaggi.
"Quattocento" di Susana Fortes invece dedicato ad un episodio chiave del Rinascimento Rinascimento italiano:la "congiura dei Pazzi" contro Lorenzo il Magnifico del 1478. La narrazione si alterna tra la Firenze del tempo e l'attualità. Il risultato è un pò scolastico, ma tutto sommato gradevole.
Fresco di stampa "Gli occhi di Venezia" di Alessandro Barbero, docente di storia medioevale e nerratore. Si parla della Venezia di fine '500 e di viaggi, peripezie e commerci nel Mediterraneo, tra l'Adriatico e Istambul, seguendo le avventure di un "galeotto" (nel senso di rematore di una galera). La ricostruzione storica è interessante e realistica, i personaggi ben congegnati ed il risultato è un romanzo ben riuscito, senza arrivare alla qualità narrativa di Falcones.

Per i noir mi sono letto "Nei boschi eterni" e "La cavalcata ei morti" di Fred Vargas, una sicurezza;
"Il libro delle anime" di Glenn Cooper, che per chi ha letto il precedente ("La biblioteca dei morti") vola via in un fiato;
"L'ipnotista" di Lars Kepler. Con quest'ultimo per un po' con gli autori nordici ho chiuso: troppo pompati sull'onda di Stieg Larsson, dopo il quale non ho trovato granchè. Questo, ad esempio, non vale nemmeno la metà de "Il suggeritore" di Carrisi (cosa aspetta a scriverne un altro?).



Ho letto poi "Il pane di ieri" di padre Enzo Bianchi, una raccolta di brevi pensieri pieni di saggezza e profondità che parlando del pane, del vino, della terra ci raccontano la spiritualità dell'autore, e risvegliano anche la nostra. Poche ore per leggerlo (un centinaio di pagine), un po' di più per rifletterci.

Parlando di terra ho finito pochi giorni fa "Canale Mussolini" di Pennacchi. Mi è piaciuto un sacco, un po' perché ritrovo il dialetto veneto-furlan delle mie origini, un po' perché è davvero divertente, anche se racconta di miseria e fatica e guerra. Racconta l'epopea della bonifica dell'Agro Pontino e fa capire anche qual'era il rapporto vero del popolo col fascismo. Vale sicuramente la pena di leggerlo.

Sabato torno a Milano in treno, con "Marina" di Zafon, libro per ragazzi scritto prima dei più famosi, che in treno ci dovrebbe stare bene.
E da lunedì si torna alla vita milanese.