martedì 23 aprile 2013

Tutta colpa della Rete?


I partiti sono paralizzati dalla loro autoreferenzialità, generano un presidenzialismo de facto a Costituzione invariata, il Re è nudo e sarebbe tutta colpa della Rete? Ma mi faccia il piacere…direbbe Totò.
Sono impressionato dalla reazione smodata degli ignoranti digitali che scambiano la modalità broadcasting di Grillo-Casaleggio con i 5 Stelle con quelle di interazione accreditata consentite da diverse piattaforme.
Sono spinti da due motivazioni: - la prima risponde alla necessità di relativizzare l'espressione elettorale del 25% di italiani; - la seconda risponde all'insofferenza dei mondi editoriali cartacei e radiotelevisivi per la rete digitale.
Come sappiamo in Italia non abbiamo la presenza di editori puri, con poche e piccole eccezioni, per cui il blocco sociale che ha fatto della cosa pubblica un terreno di saccheggio, incuranti di perdere le grandi aziende nazionali (ultime cadranno quelle dell'energia), e ha nominato/spartito redazioni e direttori, fa quadrato e reagisce in modo omeostatico contro ogni possibile disintermediazione nella definizione del senso comune.
Avete notato che, a parte il fatto Quotidiano, è in atto la santificazione di Napolitano e della consociazione proposta, con la messa al bando del termine "inciucio"?
Avete notato come la forzatura costituzionale con il secondo settennato, non escluso nè menzionato dai padri costituenti che non auspicavano di passare dal Ventennio ai 14 anni, sia stata equiparata alla parola "Golpe" ? Così con l'equivalenza semantica si evita di dire che Napolitano non è stato proposto come accordo di unità nazionale a partire dalla prima votazione, spiegandone le ragioni e le conseguenze per il governo del paese, ma crea una modifica di fatto con l'esercizio di un presidenzialismo mai introdotto.
Avete notato che i commenti sulle elezioni in Friuli-V.G. sono tutti concentrati sul dimezzamento grillino e non sul fatto che solo il 50% degli aventi diritto è andato a votare? Si pone una questione di legittimità politica che volutamente viene rimossa.

Avete notato come è stato trattato, relativizzato e persino diffamato Rodotà?
Gli è stato imputato di essere sostenuto da Grillo, omettendo che è stato proposto da centinaia di professionisti e accademici non 5Stelle, ultimo Scalfari che lo conosce bene, avendolo come editorialista e avendolo avuto nel Partito radicale con/di Pannunzio.

La rete ha ampliato enormemente lo Spazio Pubblico e consente modalità interattive e disintermediazione, ciò non significa che risolva le idiozie regressive proprie delle antropologie che la usano ma offre affermazioni di fonti e modalità informative fondate sull'autorevolezza e non sul controllo gerarchico, vedi Wikipedia. e-democracy, partecipazione informata con identità accreditate sono questioni non derubricabili a "democrazia dei tweet" come dice il Corriere.
Questo rende più difficile una politica fondata sulla simulazione e sulla dissimulazione e rende i cittadini/elettori più esigenti.
Siamo all'inizio e nessuno può limitarsi ad essere uno spettatore, magari "tecnologico", non è una rete di tubi per la quale occorrono idraulici ma è l'acqua, un Bene Comune per il quale occorre avere la consapevolezza di essere un blocco sociale per l'innovazione qualitativa, con le conseguenti responsabilità di pratiche, di azioni e di proposte. 


venerdì 19 aprile 2013

Perché?

Stefano Rodotà, da uomo rispettoso delle Istituzioni e delle procedure costituzionali e uomo fuori dai giochi partitocratici mantiene la candidatura. Un esempio per tutti. Chi propone e vota Prodi deve spiegarci perché non va bene Rodotà.