martedì 26 luglio 2011

Terroristi biondi, fondamentalisti nostrani, churnalism

Hanno colpito ancora, questa volta nella civilissima Norvegia, ben descritta da Adriano Sofri.
Le ideologie fondamentaliste e tribali, le ideologie di isolamento e di morte questa volta hanno trovato il terreno dove mettere radici nell’ego disturbato e ansioso di protagonismo di tale Breivick, il quale ha compiuto il classico percorso, dall’indottrinamento all’addestramento militare, di ogni criminale fondamentalista, che sia islamico o cristiano, americano o afgano o norvegese.
Non c’è monopolio del fondamentalismo e delle ideologie criminali.

Che fare? Come opporsi a questi terribili modelli che si contrappongono l’un l’altro alimentandosi a vicenda? Come farlo soprattutto senza adeguarsi al loro livello (e quindi dando loro partita vinta)?

Una buona pratica mi pare quella dei norvegesi, dal premier, che ha detto "Non ci toglieranno il nostro modo di vivere", al poliziotto di Oslo che ha detto "Noi siamo disarmati, e spero che non ci costringano mai ad armarci".

Qui in Italia, tanto per cominciare, proporrei di togliere visibilità mediatica a un personaggio che imperversa da tempo: il pessimo Borghezio.
Ieri a Radio24 ha detto, tra il finto scandalo dei conduttori, che "le idee cui si è ispirato l’assassino Breivick sono condivisibili, in parte ottime".
Niente di nuovo.
L’ultima volta aveva strizzato l’occhio al KuKluxKlan, poi aveva detto che “Mladic è un patriota e i serbi potevano bloccare l'invasione islamica" (evidentemente non ce l’hanno fatta, anche se ne hanno uccisi migliaia).

Prima ancora aveva spiegato ai membri di Nissa Rebela, movimento di estrema destra francese, che “… ci sono delle buone maniere per non essere etichettati come fascisti nostalgici, ma come un nuovo movimento regionale, cattolico, eccetera, ma sotto sotto rimanere gli stessi”.

Ma la sua biografia parla per lui:
- condannato in via definitiva nel 2005 per l'incendio a un pagliericcio nel quale dormiva un immigrato, avvenuto nel corso di una "ronda antidroga";
- condannato nel 2003 a pagare una multa di 750.000 lire per violenza privata su un minore marocchino di 12 anni;
Ma la passione ha radici lontane, visto che già l’11 luglio 1976 (fonte l' "Avvenire") fu bloccato a Pont Saint Luis, vicino a Ventimiglia, con una cartolina indirizzata "al bastardo Luciano Violante", allora uomo di punta nelle inchieste contro i neri. Il testo del messaggio, accompagnato da un paio di svastiche, da un "Viva Hitler" e dalla firma da "Ordine Nuovo", era il seguente: "1, 10, 100, 1000 Occorsio". Il giudice ucciso due giorni prima.

Ecco, qui in Italia, ad esempio, si potrebbe fare una piccola campagna per convincere i churnalisti nostrani a rinunciare, nel loro bestiario quotidiano, ad esibire il Premiato Numero dell’orso che puzza e spara cazzate e noi diciamo "Che vergogna!”.

Certo non è molto, ma potrebbe essere un piccolo inizio.

venerdì 22 luglio 2011

Demagogia populista o indignazione?


Ho trovato sul Post l’ennesima storia di mediocrità politica, quella di un deputato PD che non c’è mai e poi passa al gruppo misto, e poi a Noi Sud. Una storia che fa il paio con tante altre, troppe altre.
Poi trovo questa immagine e l’inchiesta de LaVoce.info.
Ci penso, m’incazzo, mi convinco che prima di andare a votare occorre cambiare la legge elettorale (almeno se capitano in Parlamento questi personaggi possiamo incazzarci con chi li ha votati), e poi penso che se qualcuno tira fuori la storia della “demagogia populista” gli tiro un calcio negli stinchi.

mercoledì 20 luglio 2011

La Lega legata


Da tempo sono convinto che Bossi e la Lega non siano liberi nelle proprie azioni.
Credo che il legame con Berlusconi non sia solo politico, credo che ci sia anche altro.
A partire dalla questione del simbolo al fallimento della Banca Padana “salvata” da Fiorani a 4 euro per azione contro i 25,8 sborsati dai 4.000 piccoli investitori solo 4 anni prima.
I comportamenti di Bossi degli ultimi tempi confermano questo sospetto: il vecchio e malconcio “senatur”, portato in giro dai suoi come una madonna in processione, bofonchia parole senza senso per tenere in piedi un Berlusconi che in altri tempi avrebbe mollato al volo, ovviamente in nome del “federalismo”, la solita balla per elettori gonzi.
Ma anche nella Lega qualcosa sta cambiando: anche il “popolo leghista” si sta accorgendo che i suoi rappresentanti si stanno distinguendo tra i più affamati di poltrone, in cima alle classifiche per doppi incarichi, nepotisti (col capo in testa grazie al figlio “Trota”), generalmente inefficienti come ministri (qualcuno ricorda memorabili provvedimenti del ministro Bossi?), spesso più dannosi della grandine sulle vigne (ad esempio Calderoli con la legge elettorale).http://www.blogger.com/img/blank.gif
Non bastano più le solite sparate razziste alla Borghezio, le adunate a Pontida, le cialtronate come l’ultima dei ministeri al Nord (4 scrivanie made in Sicilia in due stanze a Monza).
Ormai le crepe interne non si possono più nascondere (Maroni ne ha pieni i maroni), i deputati non seguono più il capo e quest’ultimo sondaggio sulla leadership della Lega è un altro segnale della fine che sta arrivando.
Per Berlusconi e per Bossi, insieme.

mercoledì 13 luglio 2011

Breve ragionamento sulla finanza internazionale

Non occorre essere un tecnico per capire che la speculazione finanziaria sta creando danni enormi. Gli obbiettivi sono assolutamente indifferenti: da uno stato europeo (Grecia, Irlanda, Italia), alla quotazione di beni vitali come il riso o il grano (che importa se l’aumento del prezzo affama milioni di persone?).

La speculazione finanziaria non ha limiti.
Le banche, che quando sono colpite e chiedono di essere salvate, sono le stesse che commerciano strumenti finanziari che consentono di scommettere sui fallimenti.

Si è ormai creata una perfetta sinergia tra le agenzie di rating come S&P, Moody’s, ecc. (che dovrebbero essere indipendenti) e il mondo speculativo: le agenzie suonano la campanella e partono le vendite (meglio se allo scoperto, grazie ai derivati).

Le voci che si levano contro questa straordinaria distorsione del mercato sono pochissime:
la politica è largamente finanziata da che specula, nessuno vuole essere tacciata di anticapitalismo, ogni tanto qulache annuncio di “drastiche misure” che non arrivano mai;
le grandi imprese costruiscono il loro utile anche (soprattutto) grazie alla commistione con la finanza, e anzi, molti vendono perchè hanno capito http://www.blogger.com/img/blank.gifchhttp://www.blogger.com/img/blank.gife si fanno più soldi con la finanza;
il mondo dell’informazione, salvo qualche eccezione è puro “CHURNALISM” (la gran parte dei giornalisti non credo sappia nemmeno, a 40 anni dalla proposta, cosa sia la Tobin tax)
la rete, diciamo la verità, su temi un po’ complessi come questi, mostra al momento qualche limite, pur con lodevoli eccezioni.
Eppure non sarebbe poi così difficile tirare qualche legnata agli speculatori: le scommesse sono sempre a breve termine e se le istituzioni bancarie sostenessero i titoli sotto attacco (non importa quali, non è questo il punto, gli speculatori sono sempre gli stessi) per un breve periodo di tempo, chi scommette allo scoperto prenderebbe un bel bagno e ci penserebbe sopra in futuro.
Già, non sarebbe difficile, ma chi ci guadagna?