mercoledì 12 settembre 2012

Caso Favia - Piazza pulita e dignità dei giornalisti.

La vicenda è tanto nota che non vale la pena di riassumerla, ma due cosette da dire ci sarebbero sul giornalista (chiamiamolo così per comodità) Gaetano Pecoraro di Piazza Pulita e poi anche il suo capo Formigli.
Tradendo la fiducia dell'intervistato, utilizzando strumentalmente il rapporto personale di fiducia con la sua fonte (l'intervistato) questo soggetto si è dimostrato a mio parere privo di qualsiasi dignità professionale.
Questo comportamento non ha nulla a che vedere con intercettazioni, fuorionda, o frasi carpite tipo "Striscia la notizia".
In nessuno di questi casi è in ballo il rapporto personale e di fiducia tra fonte e giornalista. E' questo che è stato tradito in questo caso.
In primo luogo dal Gaetano Pecoraro, in secondo da Formigli, che ha deciso la messa in onda.
C'è da sperare che a simili professionisti non capiti mai per le mani un Watergate, altrimenti la "gola profonda" del caso diventerebbe in men che non si dica "gola tagliata".

PS: Tutto questo prendendo per buono il fatto che il servizio sia "genuino" e non "concordato", ipotesi che gira perchè Favia sembra davvero troppo ingenuo, continuando a parlare con questo microfono davanti.

PS bis: La vicenda dell'intervista a Favia non mi interessa per le implicazioni sul Movimento 5 stelle (M5S). Io ho votato M5S non certo per la sua "democrazia interna" (???). L'ho votato e forse continuerò a farlo perchè mi pare oggi l'unico veicolo per portare alla politica persone nuove, motivate e non (ancora) "lobotomizzate" dal sistema dei partiti.

Letture d'estate - Seconda parte


Andiamo avanti coi libri, anche se mi sta già venendo nostalgia delle giornate di lettura in quel di Sarteano (nella foto).
Per i gialli mi sono rifugiato in Fred Vargas con "Sotto i venti di Nettuno" e "Parti in fretta e non tornare". Lei è sempre una sicurezza e io sono ormai intimo del commissario Adamsberg. Se qualcuno li volesse conoscere (l'autrice e il suo commissario) consiglierei di leggere "Parti in fretta...", per me uno dei migliori della saga.

Ho letto anche un paio di biografie interessanti: la prima "Il coraggio di vivere" è la storia di quell'uomo eccezionale che è Nedo Fiano, ex deportato e grande testimone dell'Olocausto che ho la fortuna di conoscere e sul quale abbiamo appena finito di girare un bel documentario che spero in molti avranno occasione di vedere. La seconda è "Iris Origo, Marchesa di Val d'Orcia" la storia della marchesa Iris Cutting Origo, una donna straordinaria del '900 che alla mondanità di inizio secolo preferisce la campagna toscana, dove compirà grandi opere per lo sviluppo dell'infanzia, vivrà la Resistenza e la rinascita. Il suo ricordo in Val d'Orcia, dove io passo le vacanze è ancora molto vivo.

Vi risparmio le letture di economia (un pò di Rifkin, Bretton Woods Project, ecc.) perchè alla luce dell'attualità sono abbastanza deprimenti per il senso di impotenza che trasmettono, e i saggi di storia dell'editoria che mi sono letto per dare una mano al figlio universitario, perchè francamente non credo interessino granchè.

Comunque il tempo delle giornate a leggere è finito anche per quest'anno: siamo già dentro fino al collo nel tran tran milanese...

Letture d'estate - Prima parte


Nell'estate che sta finendo, come ogni anno, nella tranquillità toscana, mi sono riuscito a leggere un pò di libri che vi racconto, caso mai qualcuno volesse prendere spunto.
Per la letteratura americana ho scelto "Manhattan Transfert" di Dos Passos del 1925 e "Un tipo americano" di Henry Roth, edito nel 2010, quindici anni dopo la morte dell'autore.
Entrambi parlano della crisi degli anni '30 e sono scritti bene, anche se ho preferito il primo.
Ma mi sono accorto che la letteratura americana di quest'epoca mi ha un pò stufato. Mi sa che mi prenderò una pausa.

A proposito di postumi ho letto "L'isola dei pirati" del compianto Michael Crichton, un autore che amo molto, specie per le opere del primo periodo. Questo romanzo è un pò diverso: fantasia e avventura nel Mar dei Caraibi della metà del '600 senza le implicazioni scientifiche che hanno fatto la storia di Crichton e dei suoi lavori migliori, da "Congo" a "Sfera", ecc. Ma io me lo sono goduto alla grande comunque.

L'erede di Crichton è, per quanto mi riguarda è Frank Schätzing, autore del fantastico "Il quinto giorno" (imperdibile). Quest'anno mi sono letto "Limit", un tomo da 1200 pagine. Alcuni criticano la lunghezza, l'eccesso di personaggi, ecc., e forse in parte hanno ragione, ma la storia è appassionante, l'idea fantastica e il supporto tecnico scientifico perfetto. Poi a me i libroni piacciono. Promosso a pieni voti.
Stando sul genere, meno interessante "L'ultimo giorno" di Glenn Cooper, che mi pare abbia un pò esaurito la vena di "La biblioteca dei morti". La storia è un pò così, e soprattutto mi pare che scriva troppo e troppo in fretta. Per quanto mi riguarda può riposarsi per un paio d'annetti.

Una vera sorpresa è stato "La donna dei fiori di carta" di Donato Carrisi, che per me è un autore fantastico (chi ha letto "Il suggeritore" sarà d'accordo con me, e chi non l'ha letto vada a cercarlo subito). Lui è un criminologo, i suoi primi due romanzi erano dei thriller e questo, invece, è tutt'altro: una storia di storie di vita raccontate, con un intersecarsi di personaggi alla Marquez romantico, ironico e struggente, il tutto in un libriccino scritto benissimo. Un cambio di genere sorprendente ma una conferma del valore di un autore da non perdere di vista.