lunedì 26 aprile 2010

Berlusca: analogie coi comunisti e libero mercato

Ai tempi del PCI di Togliatti c’erano ancora le “espulsioni” per chi non era d’accordo con la linea del partito. Togliatti stesso definì i dissidenti «cimici nella criniera di un nobile cavallo di razza».
Il PCI di Berlinguer non ammise mai le correnti, che vennero definite roba da partiti liberali, non da comunisti. Al massimo nel Pci ci potevano essere opinioni diverse che poi però dovevano adeguarsi alla linea del partito.
Si chiamava centralismo democratico.

Oggi il Giornale definisce Fini “pidocchio” (meno elegante di cimice) e Berlusconi propone il suo concetto di democrazia interna: «Chiunque la pensi in un certo modo dentro un partito democratico si discute e si arriva a una decisione all’unanimità. Se si arriva a una decisione in cui c’è una maggioranza e una minoranza, la minoranza si deve adeguare nel suo comportamento alla decisione della maggioranza.»
Questi si che sono riferimenti storici solidi.

Ma le dichiarazioni “fuori onda” hanno riferimenti più recenti (virgolettato di Berlusconi dal Secolo XIX non smentito): "È quasi finita, manca un niente e finalmente Fini è fuori ….. Lo avete visto? Sembrava uno venuto dalla Luna, l’ho provocato e poi umiliato. Ma ora glieli sfilo uno per uno, glieli compro tutti".

Meglio l’analogia coi comunisti del passato o il libero mercato (o “mercatino del parlamentare”) dei giorni nostri?
A voi la scelta.

venerdì 23 aprile 2010

E il Berlusca scoprì il conflitto d’interessi

Lo scontro tra Fini e Berlusca ha offerto uno spunto divertente quando il secondo ha accusato il primo di conflitto d’interessi:
“Se vuoi far politica, prima dimettiti da presidente della Camera”. Grandioso!

Chissà cosa ne pensa chi ha scritto questo raccontino su “Piovono Rane” :

"Salve, sono un cittadino dell’Italianistan.
Vivo a Milano Due in un palazzo costruito dal Presidente del Consiglio.
Lavoro a Milano in una azienda di cui è mero azionista il Presidente del Consiglio. Anche l’assicurazione dell’auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è l’assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa.
Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale, di cui è proprietario il Presidente del Consiglio
Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio.
Al pomeriggio, esco dal lavoro e vado a far spesa in un ipermercato di cui è azionista il Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio.
Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio (questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio).
Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la tv del Presidente del Consiglio, con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall’agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio.
Soprattutto guardo i risultati delle partite, perché faccio il tifo per la squadra del Presidente del Consiglio.
Quando non guardo la tv del Presidente del Consiglio, guardo la Rai, i cui dirigenti sono stati nominati dal Presidente del Consiglio.
Allora mi stufo e vado a navigare un pò in internet, con provider del Presidente del Consiglio.
Se però non ho proprio voglia di tv o di navigare in internet, leggo un libro: la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio.

lunedì 19 aprile 2010

Vaticano e pedofilia: o parli o stai zitto

In questo periodo la politica non offre granchè: siamo al dibattito sulle riforme costituzionali, una roba che mi ricorda gli schemi del calcio (4-4-2 semipresidenziale alla francese, 3-4-3 con cancellierato alla tedesca, ecc.) e che abbiamo già visto troppe volte.
Spunti più interessanti ce li offre il Vaticano, dove vige una specie di liberi tutti: liberi di dire idiozie incredibili, di smentirle, di rilanciarle il giorno dopo.
Prima di tutto va detto che il Concordato del 1984, art. 4 recita: “Gli ecclesiastici non sono tenuti a dare a magistrati o ad altra autorità informazioni su persone o materie di cui siano venuti a conoscenza per ragione del loro ministero”. Cioè, lo Stato Italiano offre gratuitamente l’omertà assoluta (mica male, vero?). Perciò è il Vaticano che sceglie di parlare, e dice che l'obbligo della denuncia alle autorità civili per i preti pedofili sono operative dal 2003. Peccato che da allora, di casi di preti ne siano stati coperti tanti, direi troppi.
E poi non tutti sembrano essere sereni sulla scelta, e ognuno dice la sua:
padre Raniero Cantalamessa, il frate predicatore della Curia, paragona l'attacco "violento e concentrico" contro la Chiesa e il Papa agli "aspetti più vergognosi dell'antisemitismo" (corretto il giorno dopo).
Il cardinale Angelo Sodano: “Il popolo di Dio è con il Papa e non si lascia impressionare dal chiacchiericcio” (lui ‘sto casino lo chiama così)
Monsignor Giuseppe Agostino, Vescovo Emerito di Cosenza: "Penso che la Chiesa Cattolica avrebbe dovuto mantenere su questi fatti, compiuti da suoi ministri infedeli, la cosa segreta e trattarla con prudenza"
Monsignor Giacomo Babini, Vescovo Emerito di Grosseto: “La Chiesa deve chiedere perdono? E per cosa? Penso che sia ora di dire basta… ora mi auguro che non ci imbarchiamo una bella dose di gay”.
Monsignor Arduino Bertoldo, Vescovo Emerito di Foligno: “Le vittime degli aborti, angeli silenziosi, non possono parlare e non hanno giornali, ma assicuro che sono molte di più le vittime dell'aborto, rispetto a quelle di pochi preti pedofili che comunque meritano ogni condanna” (bel paragone: le donne sono peggio dei pedofili!)
Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano: “Molti sociologi, molti psichiatri hanno dimostrato che non c'è relazione tra celibato e pedofilia, e invece molti altri hanno dimostrato che c'è una relazione tra omosessualità e pedofilia . Questa è la verità” (corretto il giorno dopo).
Potrei andare avanti parecchio, ma mi pare che basti.

giovedì 1 aprile 2010

Commenti post-elezioni

Lo so che bisognerebbe fare un'analisi seria sulle elzioni, per cui posto un commento serio da noisefromAmerika , un blog di italiani residenti oltre oceano.
Ma i commenti di Spinoza mi fanno morire e stavolta sono assolutamente imperdibili.

Per la Lega:
- Renzo Bossi: “Sogno una partita Italia-Padania”. Sennò cos’ho studiato a fare.
- (Renzo Bossi ha ottenuto 12.893 voti. È rimasto nel cuore degli ex compagni di scuola)
- Umberto Bossi è lo specchio politico del paese: la parte sinistra è totalmente immobilizzata
- Ora la Lega dividerà l’Italia in tre macroregioni. E solo perché Renzo Bossi ha un’interrogazione di geografia.

Per il PD:
- Bersani: “Non canto vittoria, non parlo di sconfitta”. Cosa vuoi che ti dica, dimmi un argomento a piacere.
- Per il segretario del Pd la sconfitta in Lazio “è un palo al 90° minuto”. Ma non ha detto dove.
- Bersani: “C’è un’inversione di tendenza”. Sì, nel cammino evolutivo.

Il resto qui.

Poi credo che farò anche un post serio.
Tra un pò.