martedì 26 ottobre 2010

Milano: il brutto che avanza - Nuovo Policlinico 2


L'ottimo Gigi Caprarella mi manda un commento che sono felice di pubblicare.
Meno male che qualcun'altro ha notato questa schifezza!

"Caro Zeb, l'avevo letta e per coincidenza vista pochi giorni prima della tua pubblicazione... allora non fa solo schifo, è un vero e proprio delitto civile e provo ad argomentare...
come tu ben osservi la relazione di questi nuovo padiglioni con il contesto è meno che zero. Ora il discorso prende due corni
1. di che tipo di contesto stiamo parlando?
2. perchè e in funzione di quale logica quell'architettura e l'architettura degli ultimi 30 anni rinuncia al confronto con il contesto?
Alla prima la risposta è che siamo dinnanzi ad uno dei contesti più ricchi di testimonianze architettoniche e artistiche di altissimo livello: il corso di Porta Romana, ovvero l'antica e porticata strada imperiale romana nota come via Aemilia, la chiesa di San Nazaro in Brolo del III sec. d.C e l'anteposto mausoleo Trivulzio dell'archietto e pittore Bartolomeo Suardi, l'Ospedale Maggiore, ovvero il più moderno ed innovativo edificio finalizzato alla cura e ricovero dei malati di tutto il rinascimento e opera in buona parte del Filarete, la fossa interna ovvero quel percorso d'acque navigabili che cingeva le mura medievali e che connetteva Milano al mondo, ecc, ecc...
L'orrore in questione come si pone rispetto a tutto ciò? Ebbene in altezza supera chiunque con la stessa arroganza con cui si pone perpendicolare all'antica via d'acque, svetta su tutti e tutte le bellezze e di queste ne fa scempio...
Sul secondo punto non mi addentro. Non sono uno psichiatra.
Baci"

Sempre Gigi mi fa notare che tutta la "Riqualificazione area Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena" è stata oggetto di un concorso europeo chiuso nel 2007. Il progetto vincente vede tra i proponenti anche lo Studio Boeri, ma non mi pare di riconoscere la "schifezza" che si affaccia su Francesco Sforza nel materiale visibile online.
Potrebbe anche darsi che chi ha commissionato i lavori non abbiano tenuto conto delle proposte del concorso.
Se qualcune ne sa di più si faccia sentire.

lunedì 25 ottobre 2010

Primarie per Milano: ci risiamo?

Mancano una ventina di giorni alle primarie del centrosinistra e finora era andato tutto bene, molto meglio di quanto mi ero immaginato.
Quattro candidati che si confrontavano in modo civile e corretto, un bel movimento in città, discussioni tra amici e al lavoro.

Oggi questo clima costruttivo comincia a vacillare: su Repubblica leggo dichiarazioni di "primarie falsate".
No, per favore NO!

Capisco le ragioni, condivido l'affermazione che il PD avrebbe potuto evitare di schierarsi a priori (tra l'altro se non vincesse Boeri farebbe l'ennesima figura di palta), condivido anche l'appello al fair play, ma la cosa finisca lì.
Il PD è un partito che fa le sue scelte e se ne assume la responsabilità.
Questo non deve delegittimare nè i candidati (Boeri in questo senso è quello che rischia di più), nè il sistema delle primarie.

Finora sta andando bene, cerchiamo di arrivare in fondo.

giovedì 14 ottobre 2010

Milano: il brutto che avanza - Nuovo Policlinico


Ogni mattina passo in bici davanti al Policlinico, in via Francesco Sforza. C’è sempre un po’ di casino, dalla gente che va a lavorare o fare le visite alle ambulanze ferme sulla strada che creano ingorghi. Ma da qualche settimana c’è qualcosa di peggio. Dal recinto ospedaliero spunta un insieme di impalcature e strutture di ferro che fanno intuire una nuova pessima trovata architettonica, di quelle che piano piano fanno più brutta la nostra città. Mi sono informato, si tratta della ricostruzione del Padiglione Pasini.
Il fronte verso Francesco Sforza è composto da edifici diversi ma abbastanza omogenei, databili a inizio ‘900 credo, con la Guardia e la sua pensilina Liberty che chiude l’angolo di fronte ai Giardini della Guastalla. Da qualche settimana ecco questa cosa brutta che spunta, così, dal nulla.
Ora, non voglio tornare troppo indietro nel tempo parlando della Ca' Granda fondata nel 1456 da Francesco Sforza, né a quando ancora si parlava di pianificazione della città, di policentrismo, e dell’opportunità che il Policlinico si trasferisse a Montecity (mio cognato ci fece la tesi, una ventina d’anni fa).
Non voglio nemmeno discutere del grande piano di ristrutturazione del Policlinico in atto, che ha già visto la nascita del “Monteggia”, verso Porta Romana, intervento che mi pare interessante, e molte altre trasformazioni vedrà in futuro, “… accomunate dall'uso del cotto ventilato, caratteristica storica dell'architettura lombarda”, come racconta il sito del Policlinico.
Voglio solo parlare di questioni di buon senso e di estetica: è possibile che non si debba tener in alcun conto del contesto urbano in cui si va a creare un nuovo edificio? Del senso di ciò che già c’è, degli spazi e dell’armonia del sistema?
Io non ho nulla contro la modernità o la postmodernità, capisco sia i nuovi standard di efficienza delle architetture sociali che le pulsioni artistiche dei progettisti.
Ciò che trovo insopportabile è l’arroganza incurante e di ogni senso estetico, il piegare dei progetti alla logica della massima cubatura possibile.
Non so che cosa verrà fuori ad opera completa e sarei contento di sbagliare, ma mi pare evidente che una cosa così enorme, così fuori contesto, così chiusa in spazi angusti non potrà che essere un altro tassello del brutto che avanza nella nostra Milano.
Continuiamo a farci del male.

mercoledì 13 ottobre 2010

Milano città del terzo millennio

Da tempo i milanesi manifestano un distacco sconcertato dalla politica pubblica e dai partiti che ne esauriscono la rappresentanza,pur esprimendo il più alto tasso italiano di partecipazione alle esperienze di volontariato e di sussidiarietà sociale.
Serve a poco l'attivismo del Sindaco Moratti, fotografata tra le bancarelle del mercato, sul bus o in bicicletta: il recupero di una empatia reciproca tra l'amministrazione comunale ed i suoi cittadini non si risolve con una soddisfazione simbolica.
Sono anni che Milano non si percepisce in una relazione stretta con le sue istituzioni, orgogliosa di esprimere un'opinione pubblica avvertita e di essere la città italiana agganciata ai processi di innovazione internazionali.

Nonostante il riscontro positivo del Manifesto per Milano lanciato dal Corriere,lo spettacolo cui i milanesi assistono da mesi ha visto in scena la riduzione di una opportunità di relazione globale, come l'EXPO sui temi dell'alimentazione e dell'energia, ad uno scontro di natura fondiaria ed immobiliare tutto ripiegato sugli ombelichi locali.
Del resto l'opposizione non è stata meno autoreferenziale.
Eppure la città e la sua area metropolitana esprimono eccellenze accademiche ed imprenditoriali, così nella sussidiarietà e nella ricerca.
Quando ci sono la fiera del design o la settimana della moda emerge in città la rete dell'imprenditoria cognitiva che valorizza a pieno le eccellenze artigiane e tecnologiche e propone Milano come strordinario luogo di relazioni per la produzione di valore nell'economia della conoscenza.
Invece da mesi oltre alle divergenze fondiarie tra Formigoni e la Moratti il problema della città sembra Triboniano e i disgraziati che lì vivono: qualcuno tra amministratori e opposizioni si è chiesto che fine ha fatto l'Agenzia Nazionale per l'Innovazione che doveva fare incontrare creatività e credito, infrastrutture digitali e servizi?
Molti milanesi non si rassegnano ad essere spettatori sconcertati e da tempo stanno mettendo in rete esperienze e competenze capaci di rispondere alla vocazione storica di questa città, nodo delle relazioni economiche e culturali europee ed internazionali.

Un primo appuntamento pubblico si terrà sabato 16 dalle 14,30 al Teatro Franco Parenti,urbanisti, imprenditoria del design, economisti, esperti di mobilità e di partecipazione informata, proporranno il loro sguardo su quale Milano per quali milanesi a partire dal governo del territorio, quindi dal PGT e dall'EXPO. Il ventaglio ampio e trasversale dei promotori ha la consapevolezza e la necessità di superare le attuali e asfittiche gepgrafie partitiche affinché siano rimessi al centro del confronto pubblico il ruolo, l'identità e la funzione di Milano. Per questo durante l'incontro sarà possibile firmare i Referendum per la città, l'unico strumento a disposizione dei milanesi affinché il confronto elettorale non prescinda dalle questioni concrete che riguardano la qualità del vivere sociale nella città metropolitana. Un'offerta politica più coerente con la città, le sue preoccupazioni e le sue aspettative,può vedere l'aumento dell'interesse alla cosa pubblica e una percentuale di votanti superiore al 61,5% degli aventi diritto come nelle scorse regionali.

Fiorello Cortiana - Allarme Milano Speranza Milano

Sabato 16 ottobre h. 14,30 - 18,00 - Teatro Franco Parenti, via Pierlombardo

MILANO CITTA' DEL TERZO MILLENNIO - I cittadini dopo le primarie, innovazione-territorio-partecipazione-welfare urbano
- Luca Beltrami Gadola ( Arcipelago Milano )
- Giovanni Lanzone ( The Reinaissence Link )
- Edoardo Croci ( Milano sì Muove )
- Fiorella De Cindio (Rete Civica di Milano )

lo sguardo di:
- Piero Bassetti ( Milania )
- Marco Vitale ( Allarme Milano, Speranza Milano)

Milano vista dalla Grande Milano
- Giorgio Oldrini (Sindaco di Sesto San Giovanni )
- Maria Ferrucci ( Sindaco di Corsico )
- Mario Sacchi ( Sindaco di Settimo Milanese )
- Eugenio Comincini ( Sindaco di Cernusco sul Naviglio )

interverranno nel dibattito
- Stefano Boeri
- Valerio Onida
- Giuliano Pisapia
- Michele Sacerdoti

conducono l'incontro
Fiorello Cortiana e Marco Cipriano

Immagini su Milano e i milanesi dal dopoguerra ad oggi a cura di Denis Curti (Contrasto)

promuovono l'incontro
Allarme Milano Speranza Milano
Arcipelago Milano
The Reinaissence Link
Club Porto Franco
Fondazione Rete Civica Milano
Fondazione Ambrosianeum
Circolo Culturale Prospettive Democratiche
Forum delle Idee

venerdì 8 ottobre 2010

E anche Radio Padania va all’incasso

Ormai siamo in tanti a tenere d’occhio la Lega e la sua “voracità”, e ne salta fuori una al giorno.

No, non mi riferisco alla grottesca “magnata della riconciliazione” davanti al Parlamento, a proposito, complimenti all’ideatore per l’illuminante intuizione, che potremmo definire “polenta o pajata, basta magnà” e non perdetevi le foto e il miglior commento che ho trovato, quello dell'ottimo Robecchi.

Ne è saltata fuori un’altra, che ho scoperto su un blog musical politico (segnalato da Ciwati), e racconta di come una legge del 29 dicembre (una di quelle leggi di Capodanno che ben conosciamo) di qualche anno sia di fatto un bel regalo a due radio definite “comunitarie”.
No, l’Unione Europea non c’entra nulla, le due radio sono Radio Maria e Radio Padania, e a guadagnarci fior di soldini è soprattutto la seconda.