lunedì 28 settembre 2009

Famiglie monastiche e padri incavolati

Per questo avrà scelto di chiamarsi Benedetto, herr Ratzinger, perchè vuole imporre la regola monastica (di San Benedetto, appunto) a tutto il mondo.
Sentite questa:
«Per aiutare le famiglie vi esorto a proporre loro, con convinzione, le virtù della Sacra famiglia: la preghiera, pietra angolare di ogni famiglia federe alla sua propria identità e missione; la laboriosità, asse di ogni matrimonio maturo e responsabile; il silenzio, cemento di ogni attività libera ed efficace».
Ora et labora in silenzio. Perfetto.
Gli risponde, giustamente incavolato, sul suo blog l'ottimo Alessandro Giglioli, con un post breve e intenso: "Alterato sarà Lei".

venerdì 25 settembre 2009

Spingere i bambini a vergognarsi della propria identità non porterà a nulla di buono

Ho trovato questo articolo su Repubblica di ieri.
Il titolo è: "MA COME MAI QUI SONO TUTTI BIANCHI?" e comincia così:
“I miei figli hanno 12 e 9 anni. Vivono a Milano da due mesi. Tutti, bambini e genitori, li vogliono come compagni di classe, di giochi, di compiti. Eppure avevo sentito che i bambini stranieri sono considerati un "problema" nelle scuole italiane. I miei figli parlano un italiano approssimativo. I loro compagni di classe cinesi o arabi non suscitano tanto entusiasmo. Dimenticavo, i miei figli si esprimono in inglese. Sono cresciuti a Toronto…..Parlano in inglese, fra loro e con noi, quindi sono degli dei…”.
La testimonianza (l’autrice si chiama Irene Zerbini, proprio così!!) continua con osservazioni semplici e chiare come : “…mi fa anche tristezza constatare il provincialismo…”, “…i miei figli sono accolti meglio di bambini che sono nati in Italia da genitori stranieri, che per i miei parametri sono italianissimi, ma che hanno occhi a mandorla o la pelle scura.”
E poi ancora: “Parlando con un bambino italiano è emerso che sua madre è marocchina. «Sei fortunato - gli ho detto - puoi imparare l' arabo.Il padre, italiano, mi ha guardato come fossi un' aliena, al punto che ho pensato di aver toccato un tasto doloroso: forse la madre era deceduta o divorziata e lontana. «Non gliel' ha mai detto nessuno - mi ha spiegato riferendosi al figlio che, ha aggiunto - non solo non esibisce mai questa capacità linguistica, ma addirittura la tiene nascosta». Spingere la gente o peggio, i bambini, a vergognarsi della propria identità non porterà a nulla di buono.”
Già, non porterà a nulla di buono.
L’aricolo intero lo potete leggere qui. Ne vale la pena.

martedì 15 settembre 2009

Bossi sparla e i suoi menano

Domenica scorsa si è svolta a Venezia l'annuale "raduno del popolo padano", una specie di gita di gruppo a base di pane e salame e vino in abbondanza.
L'evento si è concluso con la classica cerimonia dell'ampolla d'acqua versata in mare e con una serie di "politici" che si alternavano sul palco facendo sfoggio di ignoranza urlata. Il premio lo darei a Bossi che prima ha sparato la solita cannonata a salve: «Un giorno la Padania sarà uno Stato libero, indipendente e sovrano», poi ha fatto lezione di storia: parlando dell’assedio di Vienna del 1683, «quando la cavalleria della Padania, i nostri ragazzi, liberarono la città dai turchi». Ovviamente la Padania, che non esiste ora come allora, non ha mai avut una cavalleria, e l’esercito era formato da polacchi, bavaresi e sassoni.
Mi sa che se aiuta il figlio coi compiti a casa sono guai (se lo bocciano ancora una volta va dritto a fare il deputato).
Questa volta non hanno fatto parlare Borghezio e Gentilini, pur richiesti a gran voce. Forse erano fans di questi due i membri del gruppetto che ha pensato bene di rallegrare la giornata devastando un ristorante e pestando a sengue i camerieri.
Il motivo? Erano albanesi!

lunedì 7 settembre 2009

Sono minoranza e se l'andazzo è questo voglio restarlo



Questa mi era scappata.
E' una dichiarazione del Berlusca a Canale 5: "La maggioranza degli italiani vorrebbe essere come me, si riconosce in me e condivide i miei comportamenti"
Allora, per quanto mi riguarda: non mi interessa fare il Presidente del Consiglio, non voglio diventare ricco, alla Escort preferisco la Volvo e le mie orecchie sono già abbastanza grandi così come sono (un pensierino potri farlo alla presidenza del Milan, ma lasciamo stare).
Insomma, sarò minoranza, ma io non voglio essere come lui!

Abbronzato? Pallido è meglio!



Sulla proposta avanzata da Fini e altri di cittadinanza agli immigrati residenti da oltre 5 anni in Italia (che è proposta di modifica alla legge vigente sulla cittadinanza presentata in Parlamento da Andrea Sarubbi del Pd e Fabio Granata del Pdl) è intervenuto, con la consueta arguzia, un ministro della repubblica italiana: Roberto Calderoli.
La frase, mescolata in un cocktail colmo di perle di saggezza a beneficio del popolo trevigiano, è questa: «La Costituzione non fa distinzione fra elettori alle elezioni politiche e amministrative. Non vorrei mai fra cinque anni e un mese trovarmi un presidente abbronzato».
Va beh, dai, non stiamo a scandalizzarci sul razzismo manifesto di un ministro, sono tempi così...
Piuttosto potrebbe avere ragione: metti che capitasse un Mandela, o un Obama, di sicuro lui, il Calderoli, il ministro non lo farebbe più, magari tornerebbe a fare il dentista, per la sfortuna dei pochi pazienti.
Certo, se il presidente abbronzato fosse un Bokassa (dittatore congolese accusato di cannibalismo), magari avrebbe qualche probabilità in più.