martedì 10 settembre 2013

Letture estive 2013 - 2



Tra le letture più leggere di questa estate un Jo Nesbo, “Il cacciatore di teste”, che ha sostituito l'abituale Fred Vargas (li ho finiti) nel settore gialli/polizieschi. Non male, buon ritmo, avvincente il giusto, ma un po' troppo di genere, quasi uno standard... non so, forse mi è solo un po' mancato il vecchio commissario Adamsberg (l'antieroe della Vargas). Poi queste descrizioni “per brand” tipo: “...la camicia azzurra confezionata in Savile Row...”, “...le scarpe di Ferragamo ticchettavano sull'asfalto...” , “... e il Rolex...” e basta!

Piacevole scoperta invece uno dei casi narrativi dell'anno: “La verità sul caso Harry Quebert” del giovane svizzero francofono Joel Dicker (28 anni). Prima di tutto si tratta di un “librone” di quasi 800 pagine (io adoro i libroni) che mi sono bevuto in meno di 3 giorni, uno di quelli che non ti molla finchè non lo finisci. La forza del racconto sta nella costruzione e nei molteplici piani narrativi che la compongono: è la storia di un libro che deve essere scritto... che racconta di un altro libro, scritto molti anni prima da uno scrittore che è il mentore dell'autore narrante... che racconta di una ragazza scomparsa e del giallo della sua morte... e di come l'industria dell'editoria fa a pezzi le storie e i loro autori... e poi è un giallo avvincente... e poi confronta la provincia americana degli anni '70 con quella odierna... insomma, come si usa dire, tanta roba.
Capiamoci: non è un libro perfetto, forse un paio di centinaia di pagine potevano essere risparmiate, alcuni personaggi sono ridotti a macchietta, sull'amore di Harry Quebert per Nola si scivola un po' nel mieloso, l'impianto “giallistico” è un po' contorto e inverosimile, tante piccole cose non sono perfette, ma se non l'avete letto procuratevelo in fretta perchè ci passerete delle ore piacevoli. Secondo me il giovane Dicker è davvero geniale, specie se si considera l'età.

“L'ipotesi del male” di Donato Carrisi mi ha lasciato qualche dubbio. Non perchè non sia scritto bene, da questo punto di vista Carrisi è ormai rodato, ma perchè il suo destino è legato al suo primo romanzo “Il suggeritore” (2009), un grande libro davvero. Quando un autore esordisce a quel livello, poi ogni lettore si crea aspettative altissime, ed è dura confermarsi. Così è stato per il secondo “Il tribunale delle anime” di soggetto analogo, e per il sorprendente e diverso “La donna dei fiori di carta”, dello scorso anno. Due buoni libri, ma... Questo nuovo romanzo è il seguito del primo, dal quale riprende il personaggio oscuro e problematico della detective Mila Vasquez, ancora alle prese con trame oscure ed evocative, ai confini tra il bene e il male, frontiera che Carrisi ha frequentato anche nella sua veste di criminologo. Consueta accuratezza narrativa, storia solida e narrazione avvincente, insomma siamo a buonissimi livelli. Tutto a posto, ma se non lo conoscete e volete il miglior Carrisi cominciate col primo.

Letture estive 2013 - 1

Le mie solite e amatissime vacanze toscane di relax assoluto anche quest'anno mi hanno consentito letture interessanti che condivido volentieri con chi vuole.

Inizio con "Il grande gioco. I servizi segreti in Asia centrale" di Peter Hopkirk un saggio storico costruito con grande apparato bibliografico e documentale, ma scritto con stile quasi romanzesco, piacevole da leggere, ma anche pieno di opportunità di approfondimento.
Si parla della storia recente (da fine '700 a inizio '900) di quella parte del mondo che va dalla Turchia alla Cina e dalla Russia all'India passando per il Caucaso, la Persia ed i vari khanati dell'epoca. E' il periodo nel quale le grandi potenze dell'epoca, impero britannico e Zar di Russia, si contendevano il predominio su quell'immenso territorio. Strategie, scenari e grandi storie umane ambientate in luoghi che oggi si chiamano Iran, Pakistan, Cecenia, ecc. e che anche oggi, a secoli di distanza, sono al centro di contese di ogni tipo.

Una grande scoperta è stato Lucio Russo con il suo originalissimo "La rivoluzione dimenticata".
L'autore è un intellettuale che assomma sapere scientifico (fisica, calcolo delle probabilità, ecc.), umanistico (storia della scienza, Grecia antica, ecc.), grande passione per la ricerca e capacità divulgativa. Un genio.
La rivoluzione di cui si parla è quella che avvenne in periodo ellenistico nel mondo della scienza e del sapere. Allora venne calcolata in modo sorprendentemente preciso la circonferenza della Terra, il mto dei pianeti e della Terra intorno al Sole, la teoria gravitazionale, teoremi matematici e moltissime altre scoperte che furono nel breve volgere di un paio di secoli completamente dimenticate per venire "riscoperte" solo a partire dal Rinascimento. Una rivoluzione dimenticata per secoli alla quale molti scienziati (Newton per primo) hanno riconosciuto il dovuto tributo, riconoscimento però totalmente ignorato dalla storia nel nome della modernità.
Io mi accingo a leggere il nuovo libro di Russo "L'America dimenticata", dove si dimostra che in età ellenistica il continente americano era già ben conosciuto, e non poso che consigliare a tutti questo autore davvero straordinario.

“Zero zero zero” è stato una conferma del talento di Roberto Saviano, che sa raccontare storie quasi surreali con uno stile crudo ma coinvolgente. Storie di quotidiana follia davvero impressionanti, quasi incredibili se non fosse per la quantità di fonti e l'autorevolezza dell'autore.
La potenza dell'industria della droga pone diverse domande sul mondo finanziario, e mi conferma nella convinzione che la globalizzazione funziona a meraviglia per qualsiasi tipo di operazione ed attività, escluso l'esercizio della democrazia. Il quadro degli ultimi 20 anni di evoluzione del traffico mondiale della droga che esce dalle pagine del libro di Saviano non lascia ben sperare, ma conoscere ed essere consapevoli è importante.