mercoledì 21 settembre 2011

Pessimismo politico

Di solito non sono pessimista, tutt’altro, ma lo scenario politico nazionale è davvero scoraggiante.
Con questo Parlamento di nominati acquistabili in saldo, Bossi e il Berlusca hanno realizzato il meccanismo perfetto.
Tutto è bloccato e non possiamo farci niente.
Scriviamo, ci indigniamo (almeno 3 volte al giorno), firmiamo di tutto ma in realtà assistiamo impotenti a questo spettacolo indegno (nel senso di privo di dignità).

La speranza è appesa ad un improbabile sussulto da parte di qualcuno che non so immaginare (qualche Scilipoti o Calearo al contrario? Maroni? Mah!).
O ad una mossa di Napolitano che non so nemmeno se augurarmi: pensate al precedente e pensate se ci fosse un Cossiga come Presidente, che è anche capo dell’esercito. Mi vengono i brividi al solo pensiero.

Le opposizioni hanno tentato più o meno di tutto.
Non c’è una voce dalla società che non chieda al Berlusca di andarsene (manca solo la chiesa ufficiale, la cui dignità è più o meno pari a quella del Parlamento), o a Bossi di mollarlo, ma non succede niente.
Siamo incazzati ma non abbastanza disperati da mettere in atto rivolte di tipo tunisino o egiziano.
Per ora non se ne esce. Ce la faremo prima del 2013 ?

mercoledì 14 settembre 2011

Crisi: in Italia al momento manca un governo e quello che non c’è non se ne vuole andare


Crisi finanziaria, situazione economica, mercati, ecc. sono questi i temi che segnano il ritorno dalle vacanze. Non sono molto competente in materia, ma mi pare che le ragioni della crisi siano tutte lì da vedere per chiunque voglia aprire gli occhi. Se da un certo punto di vista tornare fa piacere.

Prendendola alla larga diciamo che le istituzioni di governo non adeguate alla scala planetaria dei problemi economici imposta dalla globalizzazione. Economia e finanza si sono attrezzate in fretta, le istituzioni no. Così economia e finanza riempiono il vuoto e governano.

Soluzioni?
Beh, al momento si potrebbe solo giocare in difesa: restrizioni alle transazioni “allo scoperto”, stop ai mercati non regolamentati (i famigerati ATS - Alternative Trading Systems ) ), tassazione maggiore dei profitti finanziari, per fare qualche esempio.
Il passaggio successivo dovrebbe essere un accordo, necessariamente planetario, per applicare finalmente la Tobin tax Ma qui ovviamente si torna alla questione del governo globale, obbiettivo che in questo periodo di progressivo arroccamento nazionale (regionale, comunale, condominiale, ecc) non pare affatto vicino.

Passando sulla scala nazionale il nostro paese ha un PIL di 1.500 mld annui, e un debito di 1.800 che ci costa in interessi 80 mld. all’anno circa.
Ma l’Italia ha anche 120 mld di evasione, 60 mld di corruzione, 350 di economia sommersa (il “nero”) e dai 500 ai 700 mld. di capitali nascosti nei paradisi fiscali (i dati sono tratti dal recente libro “Soldi rubati” di Nunzia Penelope). Quindi in teoria le risorse non mancherebbero e, oltre al recupero di quanto sopra, di cose da fare ce ne sarebbero tante: dalla vendita intelligente di beni pubblici (che spesso costano e vanno in malora), alla patrimoniale, fino allo "scandaloso" congelamento del debito (misura peraltro già adottata molte altre volte, ultimo recente caso l’Islanda.

C’è solo un problema: in Italia al momento manca un governo e quello che non c’è non se ne vuole andare.