lunedì 21 marzo 2011

Il dibattito nucleare vent’anni dopo…


Sul nucleare siamo fermi a quanto ben detto ai tempi del referendum, credo fosse il 1987.
E’ ovvio, dato che anche la tecnologia è ferma a quel punto, con tutti i problemi ancora aperti, dalla 4° generazione di reattori (che non c’è) alle scorie nucleari (che girano ancora per il mondo senza che nessuno sappia come smaltirle).
Di nuovo ci sono le facce dei lobbisti: ricordate quel tipo che dopo Chernobil mangiava insalata in TV per dimostrare che non c’era nulla da temere? Patetico, ma certo più dignitoso dei politici di oggi, stupidi o nuclearisti “ma non a casa mia”.
Tra il poco che è cambiato c’è Chicco Testa (ecco come lo vede Robecchi). Ma è cambiato in peggio, e mi fa davvero un po’ tristezza.
Da quando è successo Fukushima però mi ripeto una domanda.
Alcuni dicono che la causa è stata il terremoto, alcuni lo tsunami.
Mi domando: com’è stato possibile costruire centrali nucleari in territori altamente sismici? E com’è possibile che si pensi ancor oggi di farlo, ad esempio in Italia (altrettanto sismica)?
Mi domando: com’è possibile che i giapponesi, così attenti alla prevenzione e tecnologicamente avanzati abbiano pensato di mettere una centrale nucleare in riva all’oceano Pacifico, con davanti migliaia di miglia di “fetch”, che è la distanza in cui l’onda può formarsi?
Eppure il Giappone è un’isola, il mare (e l’acqua che serve per le centrali) è tutt’intorno.
Eppure convivono con quella natura da migliaia di anni e regali come quelli dell'immagine ne avranno visti parecchi.
Possibile che non si sia messo in conto…l’Oceano Pacifico?

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