lunedì 11 gennaio 2010

Una bella assemblea di inizio anno.

I primi dell’anno, in una delle serate passate tra amici in montagna è saltata fuori una bella discussione tipo assemblea, come da tanto non me ne capitavano.
Un buon modo di iniziare l’anno.
Una bella foto di genitori intorno ai cinquanta, di formazione sinistrese, alle prese con preoccupazioni e dubbi sul futuro dei figli, del Paese, della sinistra (un po’ meno).
Mi è piaciuto il clima: solidale, ironico, appassionato.
E poi direi che c’è stato anche un bel panorama di sentimenti diversi.
C’è il senso di appartenenza di classe: questa crisi non è colpa mia, non è colpa nostra, sono i “padroni” (in senso lato) che la devono pagare.
C’è il senso di “spaesamento” ben riconosciuto da qualcuno, ma, ma dopo il riconoscimento resta qualche dubbio sul “che fare”.
C’è la coscienza di stili di vita comunque “privilegiati” sui quali bisogna agire in nome di una doverosa sobrietà.
C’è la scarsa fiducia nella politica dei partiti come ambito nel quale spendere energie per cambiare le cose.
Io ho detto la mia: non ci sono dubbi che la civiltà occidentale, così come l’ha conosciuta e vissuta la nostra generazione, è un modello in declino. Dobbiamo vivere e lavorare perché i valori etici e culturali nei quali crediamo non subiscano lo stesso declino. Questo va fatto in ogni ambito di vita, dal lavoro ai rapporti coi figli al bar o con gli amici.
Sempre e dovunque, con pazienza e determinazione, perché oggi la testimonianza è la cosa più importante e più credibile a disposizione.
Dobbiamo essere rigorosi e non farci passare gli eventi accanto senza prendere posizione, senza dire la nostra a viso aperto. Io sto cercando di farlo e devo dire che mi trovo bene e mi piace anche.
Ne riparliamo.
Buon Anno a tutti!

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