lunedì 26 aprile 2010

Berlusca: analogie coi comunisti e libero mercato

Ai tempi del PCI di Togliatti c’erano ancora le “espulsioni” per chi non era d’accordo con la linea del partito. Togliatti stesso definì i dissidenti «cimici nella criniera di un nobile cavallo di razza».
Il PCI di Berlinguer non ammise mai le correnti, che vennero definite roba da partiti liberali, non da comunisti. Al massimo nel Pci ci potevano essere opinioni diverse che poi però dovevano adeguarsi alla linea del partito.
Si chiamava centralismo democratico.

Oggi il Giornale definisce Fini “pidocchio” (meno elegante di cimice) e Berlusconi propone il suo concetto di democrazia interna: «Chiunque la pensi in un certo modo dentro un partito democratico si discute e si arriva a una decisione all’unanimità. Se si arriva a una decisione in cui c’è una maggioranza e una minoranza, la minoranza si deve adeguare nel suo comportamento alla decisione della maggioranza.»
Questi si che sono riferimenti storici solidi.

Ma le dichiarazioni “fuori onda” hanno riferimenti più recenti (virgolettato di Berlusconi dal Secolo XIX non smentito): "È quasi finita, manca un niente e finalmente Fini è fuori ….. Lo avete visto? Sembrava uno venuto dalla Luna, l’ho provocato e poi umiliato. Ma ora glieli sfilo uno per uno, glieli compro tutti".

Meglio l’analogia coi comunisti del passato o il libero mercato (o “mercatino del parlamentare”) dei giorni nostri?
A voi la scelta.

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