mercoledì 22 settembre 2010

Parliamo della Lega - 2

Nel post precedente ho elencato un po’ di misfatti leghisti. Ma c’è, a mio parere, qualcosa che è anche peggio: piccoli (o grandi) segnali di una cultura misera quanto pericolosa. Che si tratti di reati o meno mi pare secondario.
Non parlo dei riti tribali (tipo “benedizione padana”) e altre buffonate simili.
Parlo ad esempio della scuola pubblica marchiata Lega e intitolata al prof. Miglio, fondatore della Lega e poi cacciato, uno che teorizzava il linciaggio come forma di giustizia ed era davvero suonato (l’ho conosciuto), quasi come Bossi. Non voglio nemmeno fermarmi alle reazioni ondivaghe della Gelmini, che prima ha liquidato la cosa come folklore per poi fare tardiva marcia indietro.
E’ l’aspetto culturale della vicenda che è terribile, come lo è il volantino distribuito ad Adro, nel contenuto e nel linguaggio tribale.
E’ l’idea che porta dritto a piccoli balilla che marciano in camicia verde.

E’ una battuta ma non troppo, perché non va dimenticata quell’anima nazifascista che esiste nella Lega, ben rappresentata da Borghezio (ma non solo). Quel Borghezio condannato in via definitiva come responsabile dell'incendio appiccato ai pagliericci di alcuni immigrati che dormivano sotto un ponte. Quello che nel lontano ‘76 fu fermato e trovato in possesso di materiale di “Ordine Nuovo” inneggiante all’assassinio del giudice Occorsio, protagonista della lotta contro il terrorismo nero, ucciso appena due giorni prima in un agguato. Quello che in una video inchiesta del 2009 di Canal+ appare nella sua veste di parlamentare europeo della Lega Nord ad un incontro di un movimento di estrema destra al termine del quale dice testualmente ad alcuni militanti: « Bisogna rientrare nelle amministrazioni dei piccoli comuni. Dovete insistere molto sull'aspetto regionalista del movimento. Ci sono delle buone maniere per non essere etichettati come fascisti nostalgici, ma come un nuovo movimento regionale, cattolico, eccetera, ma sotto sotto rimanere gli stessi.» Date un'occhiata al video.

Ma Borghezio non è certo il solo, e quando si sentono nei discorsi di Bossi parole come “etnonazionalismo”, lui non sa nemmeno di cosa parla, ma chi gli ha messo insieme il discorso ha chiari riferimenti filonazisti.
Questa miscela di ignoranza, demagogia, protagonismo, può trovare facilmente seguaci solerti.
Date un’occhio al caso penoso di questo consigliere provinciale di Parma, che confeziona balle per impaurire la gente e inventarsi nuovi “allarme sicurezza”.
che forse si è ispirato a quest’altro, tal Proto, che però, essendo pugliese, non è leghista ma PdL.
Non so, io non mi impressiono facilmente, ma sono esempi preoccupanti e significativi, che ne dite?
Scusate il post un po’ lungo, anzi addirittura doppio, ma ci voleva.

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