mercoledì 13 luglio 2011

Breve ragionamento sulla finanza internazionale

Non occorre essere un tecnico per capire che la speculazione finanziaria sta creando danni enormi. Gli obbiettivi sono assolutamente indifferenti: da uno stato europeo (Grecia, Irlanda, Italia), alla quotazione di beni vitali come il riso o il grano (che importa se l’aumento del prezzo affama milioni di persone?).

La speculazione finanziaria non ha limiti.
Le banche, che quando sono colpite e chiedono di essere salvate, sono le stesse che commerciano strumenti finanziari che consentono di scommettere sui fallimenti.

Si è ormai creata una perfetta sinergia tra le agenzie di rating come S&P, Moody’s, ecc. (che dovrebbero essere indipendenti) e il mondo speculativo: le agenzie suonano la campanella e partono le vendite (meglio se allo scoperto, grazie ai derivati).

Le voci che si levano contro questa straordinaria distorsione del mercato sono pochissime:
la politica è largamente finanziata da che specula, nessuno vuole essere tacciata di anticapitalismo, ogni tanto qulache annuncio di “drastiche misure” che non arrivano mai;
le grandi imprese costruiscono il loro utile anche (soprattutto) grazie alla commistione con la finanza, e anzi, molti vendono perchè hanno capito http://www.blogger.com/img/blank.gifchhttp://www.blogger.com/img/blank.gife si fanno più soldi con la finanza;
il mondo dell’informazione, salvo qualche eccezione è puro “CHURNALISM” (la gran parte dei giornalisti non credo sappia nemmeno, a 40 anni dalla proposta, cosa sia la Tobin tax)
la rete, diciamo la verità, su temi un po’ complessi come questi, mostra al momento qualche limite, pur con lodevoli eccezioni.
Eppure non sarebbe poi così difficile tirare qualche legnata agli speculatori: le scommesse sono sempre a breve termine e se le istituzioni bancarie sostenessero i titoli sotto attacco (non importa quali, non è questo il punto, gli speculatori sono sempre gli stessi) per un breve periodo di tempo, chi scommette allo scoperto prenderebbe un bel bagno e ci penserebbe sopra in futuro.
Già, non sarebbe difficile, ma chi ci guadagna?

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