venerdì 25 settembre 2009

Spingere i bambini a vergognarsi della propria identità non porterà a nulla di buono

Ho trovato questo articolo su Repubblica di ieri.
Il titolo è: "MA COME MAI QUI SONO TUTTI BIANCHI?" e comincia così:
“I miei figli hanno 12 e 9 anni. Vivono a Milano da due mesi. Tutti, bambini e genitori, li vogliono come compagni di classe, di giochi, di compiti. Eppure avevo sentito che i bambini stranieri sono considerati un "problema" nelle scuole italiane. I miei figli parlano un italiano approssimativo. I loro compagni di classe cinesi o arabi non suscitano tanto entusiasmo. Dimenticavo, i miei figli si esprimono in inglese. Sono cresciuti a Toronto…..Parlano in inglese, fra loro e con noi, quindi sono degli dei…”.
La testimonianza (l’autrice si chiama Irene Zerbini, proprio così!!) continua con osservazioni semplici e chiare come : “…mi fa anche tristezza constatare il provincialismo…”, “…i miei figli sono accolti meglio di bambini che sono nati in Italia da genitori stranieri, che per i miei parametri sono italianissimi, ma che hanno occhi a mandorla o la pelle scura.”
E poi ancora: “Parlando con un bambino italiano è emerso che sua madre è marocchina. «Sei fortunato - gli ho detto - puoi imparare l' arabo.Il padre, italiano, mi ha guardato come fossi un' aliena, al punto che ho pensato di aver toccato un tasto doloroso: forse la madre era deceduta o divorziata e lontana. «Non gliel' ha mai detto nessuno - mi ha spiegato riferendosi al figlio che, ha aggiunto - non solo non esibisce mai questa capacità linguistica, ma addirittura la tiene nascosta». Spingere la gente o peggio, i bambini, a vergognarsi della propria identità non porterà a nulla di buono.”
Già, non porterà a nulla di buono.
L’aricolo intero lo potete leggere qui. Ne vale la pena.

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