martedì 7 ottobre 2025
Milano e San Siro
A differenza di molti amici non mi sono appassionato granché alla vicenda della vendita dello stadio.
- Un po' perché non ci sono affezionato a quello stadio mastodontico, contro il quale come Verdi ci eravamo battuti strenuamente alla fine degli anni '80;
- un po' perché l'area interessata non è certo il Duomo o il Parco sud, non c'è nulla da salvaguardare (stadio e asfalto), anzi è proprio una schifezza (vedi immagine);
- un po' perché non ritengo che lo stadio sia un bene primario che deve restare di proprietà comunale (facendosi carico dei costi di ristrutturazione) ma che è giusto che sia costruito e gestito dalle squadre, che ne sono gli utilizzatori (infatti fu costruito dal presidente del Milan, su terreni di proprietà).
Insomma non è certo questa che avrebbe dovuto essere la "madre di tutte le battaglie" per gli ecologisti.
Credo poi che la questione si sia incanalata in un mood di nostalgismo conservatore (recente tratto caratteristico della sinistra milanese), ripicca politica, clima da inchieste della procura, ecc. che non ha contribuito alla chiarezza della discussione.
Con questo non voglio dire che non sarebbe stato possibile rimettere a nuovo il vecchio stadio come ha fatto a Madrid il Real. Semplicemente le squadre non erano d'accordo, e il comune, esperiti tutti i tentativi, ha fatto bene a non farsi carico dell'enorme investimento.
Ora che, dopo un notevole lavoro dei consiglieri comunali, l'iter di vendita è concluso, logica vorrebbe che si ponga l'attenzione sulla qualità dei progetti (vedi l'immaginifico rendering), sul come impiegare al meglio i 200mln ricavati dalla vendita e gli altri degli onori di urbanizzazione, ecc.
Insomma guardando avanti.
Speriamo, ma senza troppe illusioni:
in Italia ben sappiamo che qualche "Tar del Lazio" (o corte dei conti, o procura, o consiglio di stato, o chissachealtro) è sempre pronta a intervenire, specie se possono saltare fuori dei bei titoloni sui giornali...
Vedremo.
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